venerdì 28 febbraio 2020

"Il canto oggi non si studia più" - da un'intervista al mitico tenore Angelo Masini del 1924


IL CANTO OGGI NON SI STUDIA PIU' (da un'intervista al mitico tenore Angelo Masini *) - "La Riviera Romagnola", 20 marzo 1924

Masini : « Ho chiuso i miei 42 anni di carriera in Italia, a Faenza, il 1903, con "I Pescatori di perle" e con la "Traviata" ("Violetta" la Tetrazzini; all'estero, il 1905, a Parigi col "Barbiere di Siviglia") »

- Dunque... quante furono le opere del suo repertorio?

Masini : « 107, di Verdi, Donizetti, Bellini, Rossini, Gounod, Wagner (Lohengrin e Maestri Cantori), Boito, Halévy, Gomez, Petrella, Massenet (Manon) e Mascagni (Cavalleria e Amico Fritz). »

- E, ritiratosi dalla scena non ha cantato più?

Masini: « In pubblico, no. Quando un artista dà l'addio al teatro, il suo deve essere un passo definitivo. A 78 anni ho la voce - come qualità - identica a quella dei miei 30 e non trema, ma non supera il La naturale. Le mancano, però, a sostenerla i polmoni ed il cuore. »

- Né ha impressionato dischi fonografici?

Masini: « Mai, sebbene avessi ottime offerte. Allorché smisi di cantare, i fonografi erano assai lontani dalla perfezione odierna. »

- Come spiega il numero esiguo dei buoni artisti lirici del giorno d'oggi e la brevissima durata della loro voce?

Masini: « Non si studia più. Prima occorrevano cinque anni per debuttare: ora cinque mesi sono troppi. Prima c'erano pochi maestri e degni di questo nome: ora ce n'è una pleiade. Prima la scuola ed il metodo rappresentavano tutto: ora - o perché la musica è facile, o perché la musica antica è ostica - ci si cura assai leggermente e dell'una e dell'altro. Così le carriere si riducono ai minimi termini. I buoni - a' miei tempi aurei - sommavano ad una quarantina e si chiamavano Mario Ancora (il cui dagherrotipo mi accompagna sempre come il migliore dei talismani), Nordaen, Nicolini, Tiberini, Barbaccini, Prudenza, Gayarre, Giulini, Mongini, cui seguirono Tamagno, Stagno, Battistini, Malvezzi. Adesso - morto Caruso - rimangono Bonci, che declina, e Gigli, che è all'apice della parabola. Ella consideri la distanza che ci separa dall'epoca del bel canto italiano. »

[* UNA VISITA AD ANGELO MASINI. Come i nostri lettori sanno il celebre tenore Angelo Masini emigra tutti gli anni all'avvicinarsi dell'inverno dalla sua abitazione di Forlì in Corso Vittorio Emanuele per recarsi alla splendida villa che sorge sul Vomero dominante la allegra e festante Napoli. Un redattore del Messaggero di roma, il Prof. Guseppe Cavaciocchi, si è recato a visitare l'illustre artista...]

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AVVICINANDO IL COMM. ANGELO MASINI
Chi ha avuto la fortuna di seguire Angelo Masini nella sua trionfale carriera; chi ha gustato tutta la delicatissima armonia della sua voce, chi l'ha visto agire sul palcoscenico è oggi in grado di scrivere e di documentare la narrazione di molteplici episodi da costituire un vero "vade-mecum" per i giovani che intendono darsi allo studio del "bel canto". Noi no perché da poco tempo abbiamo l'alto onore di avvicinare il Comm. Angelo Masini, e non il sommo godimento di averlo sentito cantare (...)
Ho assistito in questi giorni ad alcune lezioni di canto impartite dal Comm. Angelo Masini alla brava ed intelligente Signorina Nina Sansoni di Faenza e dal metodo di insegnamento mi sono fatto un concetto del "come" il sommo artista abbia saputo cantare. (...) parola chiara, dizione accurata, frase limpida. Non sciupio di voce. Bisogna peccare di avarizia. Il cantante non deve andare in cerca dell'applauso ad ogni costo. Canti con finezza, e intonazione, moduli la voce, dia espressione, colorito e curi anche i più minuti particolari. L'artista deve piacere in tutto il suo insieme. A tempo opportuno avrà la "frase" d'effetto che manderà in delirio il pubblico. Guai all'artista che cantasse sempre forte. Guai a chi trascinato dal trionfo clamoroso del pubblico forzasse la propria voce: ne verrebbe alterazione al proprio metodo di canto creato con paziente e lungo studio. E con questi criteri fondamentali il Masini fa scuola alla sua allieva, insegnando anche il metodo di presentarsi in pubblico e di "stare" in palcoscenico. Tutto concorre a creare il vero, il provetto, il grande, il perfetto artista. Angelo Masini passa ora il suo tempo sempre lavorando. S'alza di buon mattino, s'interessa di lavori agricoli e de' suoi coloni. Dà lezioni di canto; incoraggia artisti che tali veramente dimostrano d'esserlo. Vive silenziosamente con semplicità. Conversa volentieri con "pochi amici", parla mai di sé; schivo di onori e odiatore impenitente degli adulatori. Lenisce nascostamente miserie, porge la mano sua benefica ai poveri: è sempre primo in ogni pubblica sottoscrizione. Il Comm. Angelo Masini non ha ambizioni da soddisfare, non copre cariche pubbliche. Di tutte le filantropiche associazioni cittadine, è e vuol essere semplicemente socio. Di tutte le onorificenze di cui è insignito una tiene oltremodo cara: una piccolissima moneta in bronzo nella quale è inciso da un lato il nome di "Angelo Masini" e dall'altro: "Diede oro alla Patria". Così vive a Forlì il Re del Bel Canto, il Trionfatore Eccelso dei più grandi Teatri Mondiali.

(Edoardo Ceccarelli - Forlì, Ad Angelo Masini, 27 novembre 1924)

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