Ave Maria di Verdi "volgarizzata da Dante", da non confondere con
l'Ave Maria dell'Otello, "musicata per una voce (soprano), con
accompagnamento di strumenti d'arco".
(Sotto trovate riportato il testo con le dinamiche prescritte al soprano solista, non c'è mai scritto altro che P e PP, le indicazioni di forcella cresc. dim. presuppongono nel contesto del brano che si possa in esse arrivare al massimo ad un MF da parte dell'esecutore, notare come indichi anche il "dolcissimo" su un angelico sol diesis acuto e un successivo "dolce", come indichi ben due volte l'indicazione "morendo" e come l'autore implicitamente differenzi l'Ave Regina iniziale in PP dalla ripresa di questo motivo semiparlato-cantato prescritto la seconda volta da eseguirsi "sotto voce").
(PP) Ave Regina, vergine Maria,
Piena di grazia: Iddio è sempre teco:
Sopra ogni donna, (<>) benedetta sia.
(PP) E'l frutto del tuo ventre il qual io preco,
Che ci guardi dal mal, (<>) Cristo Jesù,
Sia benedetto, (PP) e noi tiri con seco.
(PP con espress.) Vergine benedetta, sempre tu
(dolcissimo) Ôra per noi a Dio (PP) che ci perdoni,
E diaci grazia a viver si quaggiù
(<> P) Che'l Paradiso (PP morendo) al nostro fin ci doni.
(sotto voce) Ave Maria, Ave Maria
(PP dolce) ôra per noi a Dio,
ôra per (<>) noi, ôra per noi.
Come per il "Pater noster", il testo dell'Ave Maria non è una diretta citazione dantesca, bensì una parafrasi del testo latino della preghiera. Tali parafrasi, attribuite a Dante, risalgono in realtà alla fine del XIV secolo e sono state successivamente attribuite ad Antonio de' Beccari da Ferrara (--> G. Martin, "Aspects of Verdi", New York, Dodd, Mead & Co., 1988, p. 286)
Piena di grazia: Iddio è sempre teco:
Sopra ogni donna, (<>) benedetta sia.
(PP) E'l frutto del tuo ventre il qual io preco,
Che ci guardi dal mal, (<>) Cristo Jesù,
Sia benedetto, (PP) e noi tiri con seco.
(PP con espress.) Vergine benedetta, sempre tu
(dolcissimo) Ôra per noi a Dio (PP) che ci perdoni,
E diaci grazia a viver si quaggiù
(<> P) Che'l Paradiso (PP morendo) al nostro fin ci doni.
(sotto voce) Ave Maria, Ave Maria
(PP dolce) ôra per noi a Dio,
ôra per (<>) noi, ôra per noi.
Venne eseguita da Teresina Singer nel concerto della stagione 1880
della Società orchestrale del Teatro alla Scala che si tenne il 18
aprile del 1880 diretto da Franco Faccio (altri compositori in programma
furono Bazzini, Palestrina, Ronchetti Monteviti, Cherubini, Lotti,
Stradella, Rossini).
Per la scelta della solista nell'Ave Maria, Verdi era d'accordo su Josephine De Reszke (vedi lettera spedita da Genova il 27 gennaio 1880 a Giulio Ricordi, nella quale Verdi dice: "Se vi sarà ancora la De-Reske potrebbe cantare l'Ave. Né crediate che io mi contraddica. Per l'Aida nò; ma per quest'Ave, eccellentissima.")
Per la scelta della solista nell'Ave Maria, Verdi era d'accordo su Josephine De Reszke (vedi lettera spedita da Genova il 27 gennaio 1880 a Giulio Ricordi, nella quale Verdi dice: "Se vi sarà ancora la De-Reske potrebbe cantare l'Ave. Né crediate che io mi contraddica. Per l'Aida nò; ma per quest'Ave, eccellentissima.")
Curioso il fatto che nella recensione del "Corriere della Sera" del
19-20 aprile 1880, riportata in Gazzetta Musicale di Milano (XXXV/17,
25.4.1880, Supplemento), l'Ave Maria è definita "un pezzo per contralto e
strumenti ad arco" !
Come per il "Pater noster", il testo dell'Ave Maria non è una diretta citazione dantesca, bensì una parafrasi del testo latino della preghiera. Tali parafrasi, attribuite a Dante, risalgono in realtà alla fine del XIV secolo e sono state successivamente attribuite ad Antonio de' Beccari da Ferrara (--> G. Martin, "Aspects of Verdi", New York, Dodd, Mead & Co., 1988, p. 286)
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