Nel giugno 1874 [Verdi] diresse la "Messa [da Requiem]"
all'Opéra-Comique di Parigi e vi tornava l'anno dopo, in aprile,
passando poi in maggio a Londra, all'Albert Hall, dove faceva ascoltare
un nuovo passo, composto per la Waldmann, il "Liber scriptus", che viene
subito dopo la cupa declamazione del basso sulle parole "Mors
stupebit". In giugno la compagnia si esibì a Vienna, come abbiamo letto
in Hanslick, e dove si rappresentò anche "Aida". Il nuovo solo per
mezzosoprano non fu eseguito a Parigi per espressa volontà del maestro, che così ne obbiettava alla cantante il 5 marzo del 1875 :
"Voi sapete che ho scritto un 'solo' per voi, ma io non sarei
d'opinione di eseguirlo a Parigi. Voi sapete che presso il pubblico le
prime impressioni sono sempre terribili, e se anche quel pezzo facesse
effetto tutti direbbero: 'era meglio come prima.' Questo sarebbe il
compenso che ne caveressimo voi ed io certamente. Aggiungete anche che
col tempo così stretto non potreste studiarlo bene. E' facile,
facilissimo come 'nota' e come 'musica', ma sapete che VI SONO SEMPRE
DELLE INTENZIONI su cui bisogna pensare. Nulla di più facile, per
esempio, di quelle quattro note del basso: 'Mors stupebit', eppure tanto
difficili a dirsi bene! Non facendo questo pezzo a Parigi, avressimo
tempo di passarlo bene insieme nei giorni di riposo, e lo direste poi a
Londra ed a Vienna etc. etc. Che ne dite?"
(da: Gustavo Marchesi "Giuseppe Verdi - l'uomo, il genio, l'artista" - I.M.I., 1981)
(da: Gustavo Marchesi "Giuseppe Verdi - l'uomo, il genio, l'artista" - I.M.I., 1981)
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