domenica 29 ottobre 2023

PRESCRIZIONI VERDIANE da rispettare, musicalmente e scenicamente

ONORANZE A GIUSEPPE VERDI. Il Presidente della Repubblica Francese gli conferisce il Gran Cordone della Legion d'Onore, durante la rappresentazione dell' "Otello" all' "Opéra" di Parigi, da: LA TRIBUNA - Supplemento illustrato della Domenica, 28 ottobre 1894

Peppino non voleva che si alterassero le sue opere musicalmente parlando! Ma anche quanto all'aspetto scenico (sempre connesso con la musica) Verdi non sopportava le modifiche!!!

 

GIUSEPPE VERDI CONTRO LE MANOMISSIONI MUSICALI (La battaglia di Legnano):

"(...) Allo scopo di impedire le alterazioni che si fanno nei Teatri alle Opere musicali, resta proibito di fare nel suddetto spartito ["La battaglia di Legnano"] qualunque intrusione, qualunque mutilazione, d'abbassare o alzare i toni, insomma qualunque alterazione che richiegga il più piccolo cambiamento nell'istromentazione, sotto la multa di 1.000 franchi che io esigerò da te per qualunque teatro ove sarà fatta l'alterazione allo spartito. (...)"

(da una lettera di Giuseppe Verdi a Giovanni Ricordi - Milano, 20 maggio 1847


PROIBIZIONE VERDIANA DI FARE NELLO SPARTITO (Jérusalem) QUALUNQUE INTRUSIONE O MUTILAZIONE:

"Resta proibito di fare nello spartito qualunque intrusione o mutilazione (ad eccezione dei ballabili che si potranno levare), sotto la multa di mille franchi che io esigerò da te ogni qualvolta questo spartito venga fatto nei teatri d'altro cartello. Nei teatri di second'ordine la clausola esisterà parimenti e tu sarai obbligato studiare tutti i mezzi possibili onde esigere la multa in caso di contravvenzione: però, se tu non potrai esigerla, non sarai obbligato a pagarmela. Addio, addio!"

(da una lettera di Verdi a Giovanni Ricordi - Parigi, 15 ottobre 1847 - in merito alla sua opera "Jérusalem")



ASPETTI SCENICI PENSATI DA GIUSEPPE VERDI, COLLEGATI SEMPRE ALLE SUE NOTE MUSICALI (Rigoletto):

In merito a Rigoletto, il 14 dicembre 1850, Verdi scrive al presidente della Fenice a proposito delle modifiche imposte al libretto di Rigoletto. Tra le altre rimostranze sbotta a proposito della scena finale:
"Non capisco perché siasi tolto il sacco! Cosa importava del sacco alla Polizia? Temono dell'effetto? Ma mi si permetta di dire: perchè ne vogliono sapere in questo più di me? Chi può fare da Maestro? Chi può dire questo farà l'effetto, e quello no? [...] Tolto quel sacco non è probabile che Triboletto parli una mezz'ora al cadavere prima che un lampo venga a scoprirlo per quello di sua figlia. Osservo infine che s'è evitato di fare Triboletto brutto e gobbo! Un gobbo che canta? Perchè no?... Farà effetto? Non lo so; ma se non lo so io, non lo sa, ripeto, neppure chi ha proposto questa modificazione. Io trovo appunto bellissimo rappresentare questo personaggio esternamente difforme e ridicolo e internamente appassionato e pieno d'amore. Scelsi appunto questo soggetto per tutte queste qualità, e questi tratti originali; se si tolgono, io non posso più farvi musica. Se mi si dirà che le mie note possono stare anche con questo dramma, io rispondo che non comprendo queste ragioni, e dico francamente che le mie note, belle o brutte che siano, non le scrivo mai a caso e procuro di darvi sempre un carattere."


 
PRESCRIZIONI DI GIUSEPPE VERDI SUL RISPETTO ESECUTIVO DELLE SUE OPERE (La forza del destino - Falstaff):

A Giulio Ricordi - Genova, 11 aprile 1871

Ho letto il vostro articolo, che vi rimando, sull'orchestra, e credo vi sarebbe a ridire:
1) Sulle intenzioni e sull'efficacia istromentali dei Maestri nostri che voi citate.
2) Sulla divinazione dei Direttori... e "sulla creazione ad ogni rappresentazione"...(...) io voglio un solo creatore, e m'accontento che si eseguisca semplicemente ed esattamente quello che ho scritto; il male sta che non si eseguisce mai quello che è scritto. (...) Io non ammetto né ai Cantanti né ai Direttori la facoltà di "creare", che, come dissi prima, è un principio che conduce all'abisso... Volete un esempio? Voi mi citaste altra volta con lode un effetto che Mariani traeva dalla sinfonia della "Forza del Destino", facendo entrare gli "ottoni" in "sol" con un fortissimo. Ebbene: io disapprovo quest'effetto. Quelli ottoni a "mezza voce" nel mio concetto dovevano, e non potevano esprimere altro, che il Canto religioso del Frate. Il "fortissimo" di Mariani altera completamente il carattere, e quello squarcio diventa una fanfara guerriera: cosa che non ha nulla a che fare col soggetto del dramma, in cui la parte guerriera è tutt'affatto episodica. (...)

A Giulio Ricordi - S. Agata, 9 giugno 1894

(...) 1.° Io ho il diritto che le mie opere, come da contratto, vengano eseguite come le ho scritte.
2.° L'Editore deve mantenere tale diritto, e se in Francia, come voi diceste, non ha abbastanza autorità, subentro io come autore e domando che "Falstaff" venga eseguito come io l'ho immaginato.
Domando questo formalmente e deploro che siensi fatte recite all'Opéra Comique in modo mostruoso ed umiliante. (...) io non sono disposto affatto a tollerare questo che io considero come un insulto artistico.


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