- "L'educazione musicale della Patti" -
Signore,
Nel "Times" del 26 luglio si asserisce che Adelina Patti imparò la musica ed il canto da un professore ungherese. Permettetemi, o signore, di stabilire la verità, essendo io stato il suo primo direttore musicale e d'orchestra all'Accademia di musica di Nuova-York, quando per la prima volta essa vi cantò nella sera del giorno di rendimento delle grazie (Tanks giving Day), giovedì, 24 novembre 1859.
Essa non ebbe mai un maestro ungherese. Il suo primo maestro di musica fu, quand'essa era ancora fanciulla, la signora Pavaralli, una prima donna italiana; indi i suoi fratellastri Antonio ed Ettore Barili. Il primo morì a Napoli or sono alcuni anni, ed il secondo è tutt'ora vivente ed esercita la professione di maestro di canto a Nuova-York.
Nell'anno 1859 i signori B. Ullmann e Maurizio Strakosch erano impresari associati dell'Accademia di musica. Le prime donne scritturate da quest'ultimo in Europa, Crescimanno e Speranza, fecero fiasco.
In tali tristi circostanze, la sorella di Adelina, madama Strakosch, suggerì l'idea di far esordire la sua piccola sorella. Il marito vi si oppose dicendo che era troppo giovane. Io fui chiamato al teatro, ed essendo direttore d'orchestra, fu lasciato a me il decidere, e dopo aver udito un solo pezzo cantato da lei, diedi la mia decisione favorevole per il debutto.
Strakosch era invariabile nella sua opposizione, ed ullmann disse: "Io fo come Ponzio Pilato. me ne lavo le mani; se avrà lieto successo, meglio per voi". I patti della scrittura furono stabiliti col suo patrigno Salvatore Barili, e la paga fu fissata in 100 dollari per rappresentazione. Cominciai allora ad insegnarle la lucia di Donizetti nella casa di Strakosch. Appena seppe la parte, ordinai una prova al pianoforte cogli altri artisti, che erano Brignoli, tenore, Amodio, baritono, Coletti, basso. Tutti gli artisti rimasero incantati e sorpresi per la bellezza della sua voce. Alla prova d'orchestra sorprese tutti, ed ebbe una vera ovazione dai professori. Alla prova generale, alla quale furono invitate centinaia e centinaia di persone, produsse la più grande sensazione; ed alla prima rappresentazione, 24 novembre 1859, destò grande entusiasmo, e dovette ripetere il finale e la scena della maledizione.
Dopo averle insegnato la "Lucia", le insegnai la "Sonnambula". Indi il signor Manzocchi, maestro di canto di molto talento, le fece imparare il "Barbiere", i "Puritani", ecc. Il di lei successo non venne mai meno, durante le due stagioni che cantò all'Accademia di musica.
La conclusione è questa: che Adelina Patti non venne educata nella musica da un maestro ungherese, ma da maestri italiani, che soli posseggono la vera tradizione della buona scuola di canto, e furono la signora Paravalli, Ettore ed Antonio Barili, Muzio e Manzocchi.
Credetemi vostro servitore devoto
Emanuele Muzio
già direttore musicale dell'Accademia di musica di Nuova-York, degli Italiani a Parigi, a Milano, Venezia, Bologna, ecc.
(Gazzetta Musicale di Milano, 17 agosto 1884)
Signore,
Nel "Times" del 26 luglio si asserisce che Adelina Patti imparò la musica ed il canto da un professore ungherese. Permettetemi, o signore, di stabilire la verità, essendo io stato il suo primo direttore musicale e d'orchestra all'Accademia di musica di Nuova-York, quando per la prima volta essa vi cantò nella sera del giorno di rendimento delle grazie (Tanks giving Day), giovedì, 24 novembre 1859.
Essa non ebbe mai un maestro ungherese. Il suo primo maestro di musica fu, quand'essa era ancora fanciulla, la signora Pavaralli, una prima donna italiana; indi i suoi fratellastri Antonio ed Ettore Barili. Il primo morì a Napoli or sono alcuni anni, ed il secondo è tutt'ora vivente ed esercita la professione di maestro di canto a Nuova-York.
Nell'anno 1859 i signori B. Ullmann e Maurizio Strakosch erano impresari associati dell'Accademia di musica. Le prime donne scritturate da quest'ultimo in Europa, Crescimanno e Speranza, fecero fiasco.
In tali tristi circostanze, la sorella di Adelina, madama Strakosch, suggerì l'idea di far esordire la sua piccola sorella. Il marito vi si oppose dicendo che era troppo giovane. Io fui chiamato al teatro, ed essendo direttore d'orchestra, fu lasciato a me il decidere, e dopo aver udito un solo pezzo cantato da lei, diedi la mia decisione favorevole per il debutto.
Strakosch era invariabile nella sua opposizione, ed ullmann disse: "Io fo come Ponzio Pilato. me ne lavo le mani; se avrà lieto successo, meglio per voi". I patti della scrittura furono stabiliti col suo patrigno Salvatore Barili, e la paga fu fissata in 100 dollari per rappresentazione. Cominciai allora ad insegnarle la lucia di Donizetti nella casa di Strakosch. Appena seppe la parte, ordinai una prova al pianoforte cogli altri artisti, che erano Brignoli, tenore, Amodio, baritono, Coletti, basso. Tutti gli artisti rimasero incantati e sorpresi per la bellezza della sua voce. Alla prova d'orchestra sorprese tutti, ed ebbe una vera ovazione dai professori. Alla prova generale, alla quale furono invitate centinaia e centinaia di persone, produsse la più grande sensazione; ed alla prima rappresentazione, 24 novembre 1859, destò grande entusiasmo, e dovette ripetere il finale e la scena della maledizione.
Dopo averle insegnato la "Lucia", le insegnai la "Sonnambula". Indi il signor Manzocchi, maestro di canto di molto talento, le fece imparare il "Barbiere", i "Puritani", ecc. Il di lei successo non venne mai meno, durante le due stagioni che cantò all'Accademia di musica.
La conclusione è questa: che Adelina Patti non venne educata nella musica da un maestro ungherese, ma da maestri italiani, che soli posseggono la vera tradizione della buona scuola di canto, e furono la signora Paravalli, Ettore ed Antonio Barili, Muzio e Manzocchi.
Credetemi vostro servitore devoto
Emanuele Muzio
già direttore musicale dell'Accademia di musica di Nuova-York, degli Italiani a Parigi, a Milano, Venezia, Bologna, ecc.
(Gazzetta Musicale di Milano, 17 agosto 1884)
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