lunedì 30 ottobre 2023

L'inaugurazione delle Feste Verdiane a Parma e l'AIDA di Ester Mazzoleni a Verona e Milano (estate 1913)

L'INAUGURAZIONE DELLE FESTE VERDIANE A PARMA. — 18 agosto. L'aspetto del Teatro Farnese durante la cerimonia. - ("L'Illustrazione Italiana", 24 agosto 1913)


- Le feste Verdiane di Parma. -
La Mostra del Teatro.

Parma ha iniziate splendidamente lunedì, 18 agosto, le feste per il centenario di Giuseppe Verdi, inaugurando le esposizioni speciali preparate con grande fervore. Alla festa era presente il Governo, in persona del ministro Nitti, accompagnato dal presidente del Senato, Manfredi — che fu, con Verdi, nella deputazione che presentò a Vittorio Emanuele II nel '59 i voti di Parma per l’annessione. Alla festa odierna erano anche presenti le rappresentanze del Parlamento e dei grandi istituti musicali, artistici d'Italia. Per l'occasione fu restaurato e reso praticamente utilizzabile il magnifico teatro Farnese, che una fotografia, eseguita espressamente dal nostro fotografo Tarantola, mostra in tutto lo splendore di questa cerimonia, alla quale accorse un pubblico affollato e sceltissimo, animato dal più schietto entusiasmo.
Parlò primo il senatore Mariotti, sindaco di Parma; poi parlarono l'avv. Guido Tedeschi, presidente del comitato esecutivo; l'avv. Melli, solerte presidente del comitato per la Mostra Storica del Teatro Italiano; ed il ministro Nitti, che dichiarò ufficialmente aperte le esposizioni.
Oltre a quella del Teatro, — interessantissima, e della quale l’ILLUSTRAZIONE si occuperà specialmente — furono inaugurate la Mostra retrospettiva d'Arte Emiliana, la Mostra di Agricoltura e la Mostra di Motocultura (aratura meccanica). Fu anche inaugurata la nuova sala del Consiglio della Camera di Commercio. Così Parma ha degnamente iniziate le feste verdiane, che si svolgeranno per due mesi, è delle quali il nostro giornale parlerà ancora.

(L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA - 24 agosto 1913)

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L’attenzione pubblica va di preferenza alle grandi feste verdiane per le quali l’Italia mostra una così geniale fecondità di trovate e di mezzi, davvero sorprendente. È una gara a chi fa di più, a chi fa meglio. Verona con le sue rappresentazioni dell’ "Aida" nella grande Arena ha già veduti a quest'ora quattro imponenti pienoni.... da cinquantamila lire l’uno. Ora è Parma che inaugura le sue feste verdiane — essa, per la quale Verdi è gloria, prima di tutto, conterranea. Parma inscena nel magnifico Teatro Farnese un’inaugurazione il cui ambiente grandioso non potrà essere superato da nessun’altra, ed inaugura quattro esposizioni d’un tratto — primissima fra tutte l’Esposizione storica del Teatro Italiano, che è riuscita mirabile per il modo come è disposta e per la preziosità intellettualmente e spiritualmente suggestiva del suo contenuto.
Le esposizioni parmensi sono l’elogio parlante dello spirito di iniziativa, dell’operosità preparatrice, del senso d’ordine e della gustosa intellettualità di coloro che le hanno pensate, volute e preparate. Queste, in verità, sono le esposizioni che riescono — perchè ideate e messe insieme da gente che esplica la propria geniale attività in ambienti e per specializzazioni in cui si è formata una preparazione, ed a cui si è dedicata.

(L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA - 24 agosto 1913)

 

Ester Mazzoleni nell' "Aida ("L'Illustrazione Italiana", 21 settembre 1913)

RIVISTA TEATRALE.
Intorno al Centenario Verdiano.

Le feste per il Centenario di Giuseppe Verdi infuriano in tutta la penisola. Non v’ha città grande o piccola che non annoveri tra le sue mura un comitato di festeggiamenti verdiani e che non prepari qualche manifestazione in onore del grande maestro. Nei paesi ove non esiste teatro, ci pensa la banda; ove manchi la banda c’è sempre un conferenziere; alla peggio, qualche cinematografo ambulante riproduce qualche scena del "Rigoletto" o dell’ "Aida".
A Parma oltre la bella esposizione del teatro, abbiamo al Regio una grande stagione verdiana con artisti di cartello, alla quale farà seguito un'altra stagione verdiana al "Reinach", rimesso a nuovo, diretta dal maestro Campanini.
Nel piccolo teatro Verdi di Busseto, Arturo Toscanini dirigerà il "Falstaff" e la "Traviata". A Verona s’è data l’ "Aida" nell’Arena per iniziativa del tenore Zenatello, che ha guadagnato, dicesi, nell’impresa, oltre centomila lire. Con l’ "Aida" si è riaperto il teatro Dal Verme di Milano, ed Ester Mazzoleni, la cantatrice squisita di cui pubblichiamo il ritratto, ha ritrovato il successo entusiastico che già ebbe nella stessa parte a Verona. E l’ "Aida" riavremo a Milano tra poco alla Scala che si riapre il 1.° ottobre con una stagione dedicata tutta a Giuseppe Verdi: "Nabucco", "Aida", "Otello", "Falstaff", "Messa da Requiem".
A Milano ancora avremo, in occasione dell’inaugurazione del monumento, congressi musicali, rappresentazioni verdiane al teatro del Popolo, conferenze di Fradeletto, di Benelli e di Max Nordau, pellegrinaggio alle Roncole, concorsi corali. Un altro monumento s’inaugura a Busseto, un altro si dovrebbe inaugurare a Parma; e vi faccio grazia dei molti volumi, delle monografie e degli opuscoli che si vanno pubblicando per la circostanza.
Con molta più semplicità si è celebrato in Germania il centenario di Richard Wagner, e ricordo che il centenario di Gioachino Rossini ebbe in Milano una sola, ma solenne e grandiosa manifestazione: lo "Stabat Mater" eseguito alla Scala e diretto niente meno che da Giuseppe Verdi.
Nondimeno non siamo d’accordo con quelli che condannano senz’altro questa manìa commemorativa che ha preso gl’italiani. C’è in queste manifestazioni un poco chiassose e festaiole, un sentimento nobile e sincero di riconoscenza e di venerazione per il grande cantore le cui immortali armonie si riallacciano così strettamente alla risurrezione d’Italia. Il Centenario Verdiano è profondamente sentito dal popolo e se le manifestazioni sono eccessive non sono però artificiose.
Tuttavia il Cantore che volle essere portato alla sepoltura nell’umile carro dei poveri, nell’ora che precede l’aurora, l’uomo che fu sempre schivo di onori e di cerimonie, che rifiutò titoli nobiliari, che visse modesto senza essere sdegnoso, non prevedeva certo tanto scalpore per il suo centenario. Se lo avesse previsto avrebbe forse aggiunto una postilla a quella nobilissima pagina che è il suo testamento; forse, dato che celebrare in qualche modo si dovesse il centenario della nascita, egli avrebbe pregato che tutto si limitasse all’esecuzione della sua "Messa da Requiem" nel gran salone di quella Casa di Riposo ch’egli legò ai musicisti poveri.
Ma non si è mai abbastanza previdenti.
Ai vivi che sono sospetti d’immortalità, serva l’ammaestramento, e a costo di sembrare immodesti, lascino anche sulla cerimonia del probabile centenario le loro volontà precise. Può darsi che i posteri non le rispettino.
- Guido. 

 (L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA - 21 settembre 1913)

 



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