lunedì 20 luglio 2020

Brevità e sublimità verdiane


BREVITA' E SUBLIMITA' verdiane :

« Io te lo raccomando con l'anima (...) Questa tragedia è una delle più grandi creazioni umane!... Se noi non possiamo fare una gran cosa cerchiamo di fare una cosa almeno fuori del comune. Lo schizzo è netto: senza convenzione, senza stento, e breve. Ti raccomando i versi che essi pure siano brevi: quanto più saranno brevi e tanto più troverai effetto (...) non vi deve essere parola inutile: tutto deve dire qualche cosa, e bisogna adoperare un linguaggio sublime (...) Oh ti raccomando di non trascurarmi questo Macbeth, te ne prego (...) Brevità e sublimità... »

(da una lettera di Giuseppe Verdi al librettista del "Macbeth" Francesco Maria Piave del 4 settembre 1846)

« Le stesse cose con uno stile più elevato si dicono con metà parole! (...) Abbi sempre in mente di dir poche parole... poche parole... poche parole ma significanti... ti ripeto poche parole. Se io dovessi levare via tutte le parole che dicon niente e che son fatte soltanto per la rima e per il verso, bisognerebbe levarne un buon terzo: da questo capirai se lo stile è conciso come dovrebbe essere... stile conciso!... poche parole... hai capito?... »

(da una lettera di Giuseppe Verdi al librettista del "Macbeth" Francesco Maria Piave del 22 settembre 1846)

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