venerdì 8 luglio 2022

Acuti attaccati con facilità e pieghevolezza, sostenuti con dei fiati lunghi e toccanti note 'filate': caratteristiche vocali sopranili necessarie per "Aida" ed il "Requiem"


CARATTERISTICHE VOCALI SOPRANILI, NECESSARIE PER "AIDA" ED IL "REQUIEM": ACUTI ATTACCATI CON FACILITA' E PIEGHEVOLEZZA, SOSTENUTI CON DEI FIATI LUNGHI E TOCCANTI NOTE 'FILATE'

- Verdi a Maria Waldmann -

S. Agata, 19 agosto 1874.
« Dopo il gentilissimo vostro dispaccio non vedendo comparire la vostra lettera (1) che mi promettevate, temeva si fosse perduta, quando finalmente l'ho ricevuta, e mi ha fatto il più gran piacere.
Io vorrei dirvi tante e tante cose, le più graziose che potrei trovare nel mio Dizionario sul vostro successo di Perugia, ma vi dò soltanto una forte stretta di mano, ma ben forte, e voi sapete che è quella d'un amico e d'un ammiratore...
Grazie delle notizie che mi date sugli altri e sul successo in generale... (...) »

(1) Eccone qualche brano:
Perugia, 12 agosto 1874.
« La mia "Aida" non produce più quel magico effetto dei nostri bei tempi in me, ove la schiava d'Etiopia ebbe nome Teresa Stolz, e voler o non voler tante volte mi giungono all'orecchio le note filate e toccanti, quel canto finito della prima ed unica nostra "Aida". »
Però anche la Pozzoni piace: e perchè Lei "carissimo Maestro non possa chiamarmi 'troppo modesta' Le dirò che anche qui posso rallegrarmi d'un bel successo".

Genova, 26 dicembre 1874.
« (...) Vi ringrazio delle notizie che m'avete dato sul vostro teatro [interessante la lettera della Waldmann dal Cairo, del 2 dicembre 1874, nella quale ella scriveva: "La Fricci - cosa Le debbo dire di essa? Che non manca certo di meriti, ma non mi soddisfa, e cerco invano la voce ancora fresca abbastanza di 5 anni fa allorquando feci il mio debutto alla Scala. (Si rimpiange la Stolz)."] ma io desidero da voi, da voi, non da altri, notizie dell' "Aida". E tanto più le desidero perchè io fui sorpreso quando seppi che la Fricci s'assumeva l'impegno di fare "Aida". La Fricci ha certamente grandi qualità, ma non ho mai creduto che Ella "soprano-comodo" potesse attaccare i suoni acuti con facilità e pieghevolezza, e sostenerli con dei fiati lunghi, come richiede "Aida". Basta vedremo. (...) »

Genova, 9 gennaio 1875.
« (...) Senza parlare dell'esito quello che mi sorprende si è che la Fricci abbia potuto cantare la parte d' "Aida" ed andarne alla fine. Le qualità artistiche della Fricci non sono da porsi in dubbio ma qui si tratta di avere a disposizione una voce di soprano vero, "facile e giusta" e di avere del fiato!... Basta; sia come si vuole, ma è proprio deplorevole vedere un'artista di fama prestarsi a fare anche quello che non può fare e intascare 100 mila franchi!... Và bene il denaro, ma un po' di coscienza e dignità vale più di 100 mila franchi!... (...) »

Genova, 27 febbraio 1875.
« (...) Sento che date la "Messa" (io non ne sapevo nulla) e mi dispiace perchè se la Fricci riesce male nell' "Aida" riescirà peggio nella "Messa", ove vi è necessaria ancora più che nell' "Aida" sicurezza di voce, d'intonazione e di fiati lunghissimi. Oh era ben meglio che si eseguisse questa "Messa" l'anno venturo, tanto più se la Stolz dovesse venire al Cairo, ed allora avreste esecuzione buonissima (...) »

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In una lettera da Parigi del giugno 1875 allo "Chicago Times" la Roosevelt descrisse il frenetico successo riportato sia dalla Stolz che dalla Waldmann nella "Messa di Requiem":

Mme Stolz's voice is a pure soprano, with immense compass and of the most perfectly beautiful quality one ever listened to, from the lowest note to the highest. Her phrasing is the most superb I ever heard and her intonation something faultless. She takes a tone and sustains it until it seems that her respiration is quite exhausted, and then she has only commenced to hold it. The tones are as fine and clearly cut as diamond, and sweet as a silver bell; but the power she gives a high C is something amazing. She is said to be the greatest singer in the world; and I presume it is true, as I cannot possibly imagine any one greater than she. Her cultivation is absolute perfection in every way. When nature has done everything, and art has done even more than nature, what more can you ever expect to hear? One is completely satisfied after listening to her. There is nothing more to be desired. She opens her mouth slightly when she takes a note, without any perceptible effort, and the tone swells out bigger and fuller, always retaining that exquisite purity of intonation, and the air seems actually heavy with great passionate waves of melody, that entrance the hearer and hold him spell-bound. She is a fine appearing woman, and dressed simply in white, with a veil of black lace falling from a shapely head. She had more grace and dignity than is usually seen in one of her years and her manners were charming.
But Mme Maria Waldmann, if possible, has a grander voice for a contralto than Mme Stolz has for a soprano. It certainly is rare to hear such quality of tone in any female voice. Many times one would think it the tenor, and only when one would look at her and see some slight quiver of the otherwise motionless form, could he realise that it was a woman singing. It is wonderful beyond anything I ever heard of, for a contralto, and she has as perfect cultivation in every way as Mme Stolz.

(da: CARTEGGI VERDIANI, a cura di Alessandro Luzio - Volume II, 1935)

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