L'A aperta che "altera la voce", secondo lo stesso Verdi - Nell'immagine: Milano. - Le prove al piano del 'Falstaff' alla presenza del Maestro Verdi (disegno di Gennaro Amato, da schizzo di E.X). |
C. Giulio
Ricevo la vostra del 19. Garbin non farà la 'Forza del Destino'. Egli potrà fermarsi qui, anche finite le sue recite; ma il guajo si è che, stante il mio ostinato mal di gola, non posso indicargli la parte come vorrei. Bisognerebbe che Garbin avesse un buon maestro per insegnargli le note, a dire la parola netta ed a tempo.
Egli viene da me quasi tutti i giorni, e si fà quello che si può, ma non molto. Se Pini-Corsi non avesse a cantare in tutte le opere potrebbe occuparsi ad insegnargli la parte, che sa come la si deve cantare... e poi il Pini è un forte musicista.- Qui non vi sarebbe nissuno cui affidare questo incarico. Ma Garbin potrebbe verso la fine del mese venire a Milano, e là bisognerebbe trovare non un maestro di canto ma un pedante che insegnasse bene le note, il tempo e la parola netta e chiara.
Più non gli permettesse di aprire le vocali finali. Per es: se Egli ha da pronunciare: "che gli risponde colla sua parolaaa" l'A è talmente aperta, che la voce si altera, e pare la voce di un altro. È un difetto gravissimo sopratutto per 'Falstaff' ove vi sono molte cose parlate senza aver l'appoggio di Flauti e Clarini.
Falstaff è molto difficile anche per gli altri, più di quello che credevo, ed io mi metto le mani nei capelli quando penso al brontolamento degli uomini e donne nel 1°. atto; al Finale del 2.do Atto e alla Fuga Finale! (...)
(lettera di Giuseppe Verdi a Giulio Ricordi - Genova, 20 novembre 1892)
cfr. - Dell'emissione vocalica e delle strategie di studio nell'arte del canto, secondo la Stoltz, Giraldoni e Carpi (allievo di Giovanni Corsi) -
--> http://cantoverdiano.blogspot.com/2021/02/dellemissione-vocalica-e-delle.html
"La celebre Stoltz che è contraria all'uso della vocale A nell'educazione vocale, dissemi che se le avessero impostata la voce colla vocale O, non sarebbe stata obbligata man mano a cantare di petto sino al LA secondo spazio. Questa è la ragione che privò il pubblico del piacere di ammirarla sulle scene ben più lungamente. (...) Quando la voce sarà discretamente formata colla vocale O ed avrà acquistata la dovuta estensione, sarà utile far studiare i vocalizzi su tutte le vocali, insegnando coll'esempio a modificarle sulla base del suono che si ricava dalla vocale O, mantenendo perciò il più possibile la bocca in forma ovale." [N.B.]
[N.B.] L'eminente artista e professore Leone Giraldoni (...) in una sua seconda lettera [successiva al 26 ottobre 1896] aggiungeva:
<<Anch'io procuro che l'allievo protragga sempre innanzi le labbra in modo da emettere il suono sull'O anzichè sull'A onde dare alla voce un timbro rotondo.>>
[da: Vittorio Carpi (1847-1917) - "Ancora qualche apprezzamento SULL'ARTE DEL CANTO" - Premiato Stabilimento Musicale A.PIGNA, Milano 1898]
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